Progetto UNICEF

    

Il progetto Lost in education del Comitato Italiano per l’UNICEF ONLUS  è tra i 17 progetti multiregionali approvati da Con i Bambini attraverso il Bando Adolescenza (11-17 anni) .

Il progetto è in partnership con Arciragazzi nazionale, 20 scuole (13 Istituti Comprensivi e 7 Scuole Superiori) e 5 partner ….

Il Fondo per il contrasto alla povertà educativa è destinato “al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori”. Il Fondo è alimentato dalle Fondazioni di origine bancaria, che usufruiranno di un credito d’imposta, previsto nella Legge di stabilità per il 2016 con un accordo con il Governo. L’operatività del Fondo è stata assegnata all’impresa sociale “Con i Bambini”, interamente partecipata dalla Fondazione con il Sud, per l’assegnazione delle risorse tramite bandi: 

Il progetto “Lost in education”

Lost in Education sviluppa una serie di strumenti per l’Attestazione di Comunità educante, esito di sistema delle azioni positive del progetto: laboratori di comunità; mappe di comunità educante; coinvolgimento attivo (progettazione partecipata); percorsi educativi, anche individuali, per l’acquisizione di soft skill di cittadinanza attiva; luoghi di incontro e confronto tra ragazzi, docenti, famiglie, agenzie educative, attori del terzo settore, del profit, enti pubblici e realtà che si occupano di minorenni, a livello comunale, regionale e nazionale.

La strategia del progetto nasce nella cornice della Convenzione sui diritti dell’Infanzia (CRC) e in particolare dell’art. 29 – Educazione di qualità e dell’art. 12- Diritto alla partecipazione.

Sono previsti investimenti in 7 Regioni (Sicilia, Sardegna, Puglia, Lazio, Liguria, Lombardia, FVG), per un totale di 17 territori comunali.

Il progetto dura 38 mesi.

Il progetto Lost in education intende:

  1.  migliorare il benessere dei ragazzi e la loro capacità personale di percepirsi come attori trasformativi della propria comunità scolastica e di vita (soft skills di cittadinanza attiva);
  2.  rafforzare la centralità della scuola come luogo educativo e aumentare il supporto della comunità educante
  3.  sviluppare una comunità educante in cui gli attori sociali siano capaci di riconoscere le proprie competenze educative e prendersi carico del processo educativo

Destinatari

Sono destinatari i ragazzi e le ragazze delle scuole secondarie di primo grado e di secondo grado partner del Progetto: i ragazzi sono gli attori trasformativi del progetto e, con i docenti e accompagnati dagli operatori, diventano essi stessi “pontieri” tra scuola e altri attori della comunità educante.

La comunità scolastica sarà anch’essa destinataria di servizi con un coinvolgimento diretto dei docenti e delle famiglie e, con loro, soggetti formali e non formali della Comunità Educante (dalle realtà locali del MIUR, al Comune/Municipio alle associazioni sportive/ricreative locali e al volontariato, dai servizi socioeducativi territoriali, anche affidati al Privato Sociale, alle Parrocchie/Oratori, ai centri di formazione professionale, etc.)          

Attività

Il progetto si basa su 3 linee strategiche:

  1. la costruzione di “setting educativi territoriali” che permettano ai minorenni di stare bene a scuola, percependosi attori trasformativi della comunità e protagonisti della propria vita;
  2. il rafforzamento della scuola come cuore del processo formativo e educativo della comunità educante, potenziando il suo ruolo di attore sociale;
  3. la valorizzazione delle risorse di una comunità e delle proprie competenze educative, secondo un approccio “asset based community development”

Si lavorerà secondo due direttrici: azioni positive, mirate a situazioni definite e circoscritte, per l’attivazione di soluzioni di piccola scala, adattabili ai bisogni della propria comunità; azioni di sistema che mirano a trasformare cultura, politiche e strategie per introdurre cambiamenti a largo raggio e duraturi.

La dimensione multiregionale permette di avere un campione significativo di esperienze (azioni positive) che, integrate tra loro e messe a sistema tramite gli strumenti previsti dal progetto stesso , consentono la modellizzazione di un processo di capacity building di una comunità che possa percepirsi e agire in quanto comunità educante.

Si procede con il lavoro di emersione del capitale educativo della comunità, attraverso lo strumento delle mappe di comunità, considerando in primis i contesti “intorno” alle scuole partner. La mappatura, che include presìdi di educazione formale (scuole, enti di formazione, etc.), non formale (associazioni, sport, parrocchie, etc.) e informale (luoghi di aggregazione e autoorganizzazione dei ragazzi), coinvolgerà attivamente ragazzi e famiglie, mettendo “a valore” le loro competenze.

Partendo dagli esiti della MAPPATURA (capitale educativo), 7 Tavoli di partecipazione attiva, 1 per Regione coinvolta, saranno attivati con la finalità di confrontare buone prassi ed individuare strategie comuni per affrontare situazioni di fragilità educativa, coinvolgendo policy maker (locali e regionali) e attori ancora esterni al progetto.

Percorsi operativi saranno quindi attivati in ogni scuola partner: si tratta di laboratori misti studenti, docenti, famiglie e attori sociali con la finalità di costruire “setting educativi territoriali” che valorizzino il capitale educativo della comunità. Operatori di progetto affiancheranno i docenti e accompagneranno i ragazzi nella fruizione delle risorse locali, dentro e fuori scuola, anche attivando percorsi di alternanza scuola/lavoro e gruppi di lavoro operatori /docenti per la definizione di percorsi di “presa in carico individuale”, per prevenire rischi di dispersione scolastica.

Interventi simbolo della connessione scuola/comunità educante saranno realizzati in ogni scuola (Scuola aperta al territorio): si tratta dell’attivazione di soluzioni di piccola scala, adattabili ai bisogni della propria comunità. Possono essere di vario tipo: biblioteca scolastica che diventa di quartiere; orti urbani nel giardino della scuola fruibili dai cittadini; aula tecnologica che si propone come FabLab; scuola aperta d’estate per favorire spazi di socialità. Sono gli esiti del processo di progettazione partecipata con i ragazzi e i docenti e tramite gli spazi di dialogo tra la scuola e la comunità educante dei Laboratori di comunità.

Durante il progetto saranno attivati spazi di confronto e condivisione tra ragazzi, docenti, famiglie, attori della comunità, con una funzione sia di progettazione/follow up delle azioni che di sostegno alla genitorialità. Una conferenza intermedia e una conclusiva saranno organizzate.

A conclusione del progetto ci si attende la definizione di un modello di Attestazione di Comunità Educante, sintesi di azioni positive e di sistema, che capitalizzi le risorse educative della comunità e le orienti verso una educazione di qualità e il pieno sviluppo delle potenzialità dei minorenni.”

Allegati

Progetto Unicef.pdf